Sveglia ore 6.30, per essere attivi e pronti alle 7.40 al Papillon per il volo in elicottero. C’è il sole per fortuna! Siamo accoppiati ad una famiglia tedesca con due figlie, la più leggera ha la fortuna di sedersi a fianco del pilota.
Non c’è che dire la vista da lassù è tutta un’altra cosa. Sorvoliamo il Grand Canyon, passano in fretta quei 40 minuti, una esperienza eccezionale.
Non ci facciamo mancare nemmeno i 20$ per la foto ricordo e il tempo per un’altra parte del Canyon che non abbiamo ancora visitato. Prendiamo la navetta e ci fermiamo in un paio di punti panoramici, facendo una bella passeggiata tra uno e l’altro.
C’è ancora il sole, molta foschia e ci attende un lungo viaggio per Las Vegas.
Tappa al Market Plaza, un bel po’ di acquisti anche un cappello da “cowgirl”. Ci immettiamo nella route 66, alla ricerca della paesino in cui hanno ambientato Cars: abbiamo perso tanto tempo e niente di suggestivo, un po’ una delusione! Su questa strada però sembra di fare un tuffo indietro nel passato. Pompe di benzina dismesse, auto d’epoca, insegne al neon, motel.
Entrare nuovamente a Las Vegas è un po’ snervante, l’unica strada che si può percorrere è sempre trafficatissima e piena di semafori, entriamo dal lato opposto rispetto l’altra volta e vediamo tante chiese, alcuni matrimoni con tipi strani: qui è tutto portato all’eccesso, il divertimento, i soldi, lo sfarzo.
Le folle di persone passeggiano attorniate da giganteschi hotel, monitor enormi, musica…
Entro al Cesar Palace in cerca del negozio dell’Abercrombie: è enorme, 3 volte il numero dei negozi della Grande Mela. La gente passeggia in questo posto che riproduce città greche, fontane statue e un cielo azzurro sul soffitto che pare vero. Esco, cellulare scarico, incredibile la sensazione di essermi persa in un posto caotico, enorme e non trovare la macchina del Teo che mi aspetta. Per fortuna siamo riusciti a ritrovarci velocemente, facciamo il check-in alle 20.30 tardissimo. Questi hotel sono delle vere e proprie città riprodotte. Siamo al “New York, New York”, in una suite con piscina in camera. L’hotel risente del tempo trascorso, tutto un po’ vecchiotto, a Las Vegas vale assolutamente dormire almeno una notte all’Aria!
Rientriamo con una valigia in più con tutti gli acquisti fatti e i regali, che finalmente siamo riusciti a chiudere. L’atmosfera qui è molto giovanile, gente che suona e canta, passerelle di tipe tiratissime, cubiste, gente alticcia. Una città nella città, rischiamo ancora con la roulette e riusciamo almeno a chiudere in pareggio senza perdere nulla. Facciamo l’1.00 incredibile rispetto al nostri ritmi, che alle 22.30 eravamo già in branda.
Ultima notte. Ricordiamo tutto quello che abbiamo vissuto, le emozioni davanti alla bellezza della natura, al silenzio dell’immense valli, al cosmopolitismo delle città, ai lunghi km. in macchina. Il nostro frighetto una vera salvezza, la quotidianità di riempirlo di ghiaccio ogni mattina, il fai e disfa le valigie, le coca cole maxi, le mangiare da re, le colazioni in fretta e furia e l’infinità di biscotti che abbiamo comprato.
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