Siamo abbastanza emozionati oggi per la gita in Costa Smeralda, tanto che puntiamo la sveglia un quarto d’ora prima del solito per essere poi in ritardo di mezz’ora…misteri.
Da subito ci accorgiamo del gran vento che tira quindi consultiamo l’app dei venti la quale conferma ventasso da nord verso la nostra costa. Ottimo, studiamo la cartina e decidiamo la caletta più idonea (spiaggia del Principe), SICURAMENTE sarà riparatla.
Dopo qualche pit-stop-caccotta di Luciano (ormai conosce l’ubicazione di tutti i sebac dell’isola… sarà l’aria sarda ndr) giungiamo a destinazione, parcheggio ovviamente a pago e piccola colonna d’auto. Tutto nella norma tranne la buffera di sabbia all’entrata. Fermiamo una coppia visibilmente incazzata e chiediamo lumi: <<c’è vento e mare mosso, brutta!>> poche parole che ci fanno fare dietrofront e usare il piano B: cala Liscia Ruia, SICURAMENTE sarà più riparata.
Facciamo pochi km di sterrato, soliti € per il parcheggio e via sicuri in spiaggia. Vento ghe n’è??! Ok ci consoliamo per la decisione di non aver pagato il giornaliero, lasciamo la tendina nello zaino per il rischio di ritrovarla a Livorno e ci godiamo il sole.
Facciamo anche una passeggiata lungo la riva e ci rendiamo subito conto di essere in costa Smeralda: lettini con materassi, zona relax con possibilità di massaggi, asciugamani forniti dalla struttura, prezzi non in vista.
Bene, dopo esserci intristiti per non essere ricchi, decidiamo di andare in acqua ma ci rendiamo subito conto che passare qui la giornata non era possibile, mare troppo agitato, quindi perché non andare a visitare Porto Rotondo?! Detto fatto mangiamo da signori in pieno stile con la location: pasta al tonno fredda fatta a casa, in una terrina di plastica e sbaracchiamo.
Riusciamo a parcheggiare a Porto Rotondo senza pagare visto che dalle 13:00 alle 17:00 è gratuito (…orario dei barboni) e passeggiando per le bellissime vie, lungo la costa piena di yacht, per i negozietti sfarzosi ma chiusi, abbiamo entrambi un’identica sensazione: nell’aria ghe proprio odor de schei. Luciano ormai immedesimatosi nella parte, manco avesse la Visa Gold, decide di fermarsi in un baretto per l’aperitivo (alle 15:00??!!). “Biretta per me e caffè per la sijora grazie”
7 € biretta + 3 € caffè freddo! Mesto con la coda tra le gambe va a pagare ritornando d’un tratto con i piedi per terra.
Ci rimane davanti un lungo pomeriggio, che fare? Perché non visitare Castelsardo, ridente cittadina a “sole” 2 ore da Porto Rotondo? Elena le sa tutte e dopo avermi convinto buttando sul piatto la visita ad una pietra dalla forma elefantiaca (“sai che foto faiiiii?”) ci tuffiamo nel caldo entroterra sardo. Google maps ci fa attraversare strade sterrate al limite della praticabilità ma non sbaglia ed eccoci alla pietra con selfie di rito.
No maaaaaa bella.
Dopo la breve visita ci dirigiamo appunto verso Castelsardo, parcheggio a pago, puntiamo il centro storico arroccato su un colle. C’è un discreto numero di signore fuori dalle loro porte che vendono cestini intrecciati, Elena non ci sta più dentro è in visibilio per tutto sto artigianato. Con la promessa di ripassare a comprare qualcosa andiamo dritti al castello, fulcro del paese. Breve visita a pago, nulla di ché ma bella vista dall’alto…si notava la Corsica e non vorrei sbagliare (Vale!!!!) ma vedevo anche gli Appennini.
Giretto per le stradine, davvero simpatiche, ci imbattiamo in una società di investigazioni… no ma a Castelsardo? Ghe la femo?
È presto ora di cena. Così puzzoni e sporchi come poche altre volte ci affidiamo alla solita Lonley per il locale: Trattoria da Maria Giuseppa!! Costolette d’agnello tipiche per Elena e grigliatina di pesce per Lucianuzzo.
Disagiati mangiamo, paghiamo e siamo in macchina per il ritorno. Grazie di esistere San Google Maps.
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3 risposte a “Costa Smeralda e Castelsardo”
La roccia a forma di elefante..che ricordi!!! Ma avete comprato cestini o no alla fine???
Yes!! Un cestino ????