Dopo anni e anni si torna finalmente a Londra con alle spalle solo i ricordi delle vacanze studio nel lontano ’96 e di qualche stadio (quel che ha visto il Teo nelle sue innumerevoli visite in questa città!!).
Partenza rilassata a metà mattina, talmente rilassata che rischiamo di perdere l’aereo, fra fare marcia indietro per un cellulare dimenticato a casa e la coda per il controllo dei passaporti con tanto di scene napoletane di gente che impreca contro il sistema del Catullo e scolaresca tutta eccitata che parte per la gita.
Ma riusciamo anche questa volta a sistemarci stretti come sardine sul volo Easyjet direzione Gatwick.
L’impatto con la metropoli è stato abbastanza caotico, siamo arrivati proprio nel bel mezzo della famosa maratona di Londra che coinvolge tutto il centro della città!
Metropolitane imbugate di gente, treni, cambi…solo nel primo pomeriggio riusciamo a sbucare fuori da Earl’s Court e a sistemare le nostre valigie al Trebovir Hotel. Camera della grandezza del nostro bagno e il bagno di uno sgabuzzino, ma tutto sommato moderno e pulito ed è quello l’importante! Ma appena si muove il Teo, ecco che ha già occupato tutto lo spazio!
Inizia il nostro tour dalla Tower of London, di cui ammiriamo solo l’esterno dribblando i supporters della maratona, gente invasata come se fosse l’evento nazionale che fa festa tipo carnevale di Rio. Percorriamo il lungo Tamigi fino al Tower Bridge che riusciamo ad attraversare tutto pendonale…qualche regalo del fine maratona!!
Poi giù per la South Bank, altra sponda del Tamigi con belle strutture architettoniche e baretti fino al Tate Museum of Modern, la galleria di arte moderna: sono le 17.30 e chiude alle 18.00, ce lo facciamo un giro?!! Ma si dai un po’ di cultura non guasta mai, soprattutto se gratis! Entriamo e usciamo fra le sale, increduli di come certe opere siano diventate realmente così famose (come siamo ignoranti!) ma anche sorpresi per questo museo ricavato da una vecchia fabbrica e reso davvero un’opera d’arte moderna!
Cacciati alle 18.00 in punto, non si scherza qui sugli orari, senza neanche poter fare un giretto allo shop, tristezza della Giovi, attraversiamo il Millennium Bridge fino a St. Paul Cathedral. Ci aspetta appuntamento con Pietro per la cena alle 20.00 a Soho, abbiamo ancora un po’ di tempo per scoprire la city.
Due fermate di metro e la Giovi, ignara e convinta di fare un giro in un parco, si ritrova a Covent Garden: poco di parco ma tanto di mercato coperto dinamico che pullula di gente.
Una vetrina di meravigliosi donuts ci fa fare pausa e ristorare, non avevamo parlato ancora di cibo stranamente e via a peones al nostro punto di ritrovo al ristorante indiano (indiano di Bombay, attenzione meno piccanti, cit. Pietro). E così tra un aperitivo di latte caldo piccante, un mojito di menta indiana, e un’ora di attesa si libera il nostro tavolo.
Super Pietro prende in mano la situazione e ordina di tutto e di più: riso, gamberi, agnello, involtini di primavera, lesso e pearà! Sazi e piccanti quanto basta ci alziamo per una passeggiata digestiva alla London by night.
Incredibilmente la città è deserta e assume un fascino particolare, mistico. Così bello che perdiamo pure l’ultima corsa della metro! Ci tocca andare in cerca di un autobus, ma dopo una lunga attesa eccoci divertiti al piano di sopra a guardare fuori dai finestrini. Abbastanza provati facciamo ritorno al nostro loculo, una dormita colossale ci vuole eccome.
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