Fimmti dagur: fiordi, off-road e pulcinelle… east Iceland fatto!

Il vento accompagna anche questa notte tanto che la colazione ce la spariamo al mitico Viking Cafe del campeggio.
Il posto è incredibile e difficile da descrivere. Sei praticamente nel nulla e c’è solo questa casetta in lamiera, ben arredata all’interno, pareti di legno e cimeli nordici, pure qualche corna e ossa di non sappiamo quale animale, probabilmente balena. Ci spariamo una torta di mele con glassa di caramello e un muffin cioccolato e caramello.
Il caramello, non so se l’avete capito, ma qui el va!
Belli al calduccio pronti per la giornata.

In questo campeggio – Vestrahorn a Stokksnes- a pochi minuti dal paesino di Hofn, si spende 2.000 kr a testa e 1.000 kr di elettricità, a voi la conversione in euro, divertitevi! Sono comprese docce calde e l’entrata nella spiaggia nera, vediamo anche qualche foca in lontananza e un villaggio vichingo. Atmosfera cupa e misteriosa con la montagna che ne fa da padrona complice anche il meteo nuvoloso.

Ore 8.30 siamo in macchina per il tappone di oggi, risalire la parte orientale dell’isola con deviazione a qualche fiordo.
Abbiamo deciso di riprogrammare l’itinerario, questo il bello e la libertà del nostro van.
Obbiettivo della giornata avvistare le pulcinelle di mare, i famosi puffins.
Ma per arrivarci dobbiamo macinare km.
Il paesaggio fin da subito è surreale, nuvole basse, spiaggioni e distese verdi costellate dai ruscelli e poi il paesino di Djúpivogur con un piccolo porticciolo. Ah dimenticavo sulla strada poco prima del paese, questa volta solo per fotografarla, hot pot free, semplicemente una vasca con un appendiabiti di fianco. Cosa si inventato questi islandesi.
2 ragazzi se ne stanno ammollo a farsi selfie e inevitabilmente finiscono anche nelle nostre foto!

Da qui prendiamo la deviazione e il nostro primo vero sterrato ignari di quello che ci avrebbe aspettato in seguito.
Il paesaggio cambia, più montuoso, sali e scendi, cascatelle a destra e a sinistra.
Arriviamo a Egilsstadir, tappa rifornimento al supermercato.
Il nostro primo Bonus, quello con l’insegna del porcellino rosa consigliato dagli amici che hanno viaggiato qui.
Una specie di Lidl peccato che i prezzi non sono proprio da discount ma ormai non ci facciamo neanche più caso.
Scolliniamo poi per raggiungere Seyðisfjörður: laghi ghiacciati, un po’ di neve a sprazzi, paesaggio montano ma arriviamo felici sul fiordo.
Primo paesino tipicamente nordico. Case colorate, la classica foto di rito alla stradina con i colori arcobaleno e la chiesetta di sfondo.
Un goloso fish&chips e negozzietti qui e là con costi vertiginosi, tanto che non ci possiamo permettere manco una calamita per non spendere un patrimonio!
Voi direte, ma che meraviglia! E lo è davvero, ma ragazzi che freddo cane c’è?!?!
Bardati manco fossimo al polo nord passeggiamo e purtroppo ci rimettiamo in macchina anche se qui sarebbe proprio da gustarsi una bella sosta, ciò che fanno i passeggeri delle 2 navi da crociera in rada al porto.

Bando alle ciance ci aspettano le pulcinelle di mare a Borgarfjörður, ma ci saranno davvero? Non è che ci facciamo una deviazione all’itinerario di 70 km per neanche vederle?!
Perché non sfruttare il gruppo degli “amici dell’Islanda” su Facebook e chiedere consiglio?
Ringraziamo le pronte risposte che ci hanno rincuorati, è sicuro che le vedremo perché vengono proprio a nidificare lì dai primi di aprile ai primi di agosto, poi migrano nell’oceano Atlantico.
Perfetto un’oretta di strada e ci siamo, peccato che ad un certo punto diventa bella sterrata, rimaniamo in silenzio ognuno con i suoi pensieri del tipo: “ma chi c….ce l’ha fatto fare”, “arriveremo sani e salvi senza bucare?”, “non potevamo scaricare una foto da google de ste benedette pulcinelle?” Incontriamo qualche ruspa al lavoro, qualche 4×4 di van come il nostro manco l’ombra. Il paesaggio però è molto bello pure col sole.

Pit stop a metà strada al bizzarro baracchino con un distributore di bibite alimentato da un pannello solare, ma secondo voi il Teo può non comprarsi una coca cola qui?
Ovvio! Foto e via!

Quando intravediamo l’asfalto si sboccia…a no abbiamo solo acqua naturale a bordo!
Ancora qualche km di sali e scendi, super panorami ma do sta sto Borgarfjörður?!?
Finalmente lo intravediamo piccolo villaggio in una baia bellissima, partenza di tanti bei trekking.

Dai che ce la facciamo, parcheggio con un po’ di macchine buon segno.
Ci avviciniamo al punto panoramico, ma sono gabbiani?! O no?!
Tranquilli pulcinelle di mare a perdita d’occhio sulla scogliera.
Ad un passo da noi.
Bellissimi! Professionisti fotografi hanno delle attrezzature incredibili, noi ce le godiamo dal vivo.
Silenzio contemplativo, onde che si infrangono sugli scogli pensando all’inizio che fossero balene!!

Tutto stupendo, anche qui però si è fatta una certa, riprendiamo il viaggio in macchina, scoprendo che una strada sterrata ma molto più ben tenuta ci può riportare indietro e proseguire per il campeggio Campground Fjalladyrd/Mödrudalur.
Qualche bello scorcio, una chiesetta nera nella prateria e sempre splendidi panorami.

Ecco il campeggio, o meglio un piccolo villaggetto in mezzo al nulla: guesthouse, fattoria, casette con tetto di paglia, zona camping, ristorante… hai detto ristorante?!?? È giunto il momento di strisciare la carta, come se non l’avessimo mai fatto!, e fare una cenetta coi fiocchi! Agnello per il signore e salmone per la signora, grazie!

E guatandosi poi uno splendido sole di mezzanotte… buona notte!!

Þetta er hebreska fyrir mér.

“Questo è ebraico per me!”

Questo modo di dire è l’equivalente del nostro “è arabo” e si usa, ovviamente, quando di qualcosa non ci si capisce proprio niente!
Se siete stati in Islanda vi sarete certamente trovati di fronte a qualche scritta pensando “Þetta er hebreska fyrir mér.”

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