Siamo gasati di essere riusciti a vedere il sole di mezzanotte e voi direte: basta non andare a letto prima delle 24 o no?
Non è così semplice! Dipende dal meteo, da dove ti trovi col camping e spesso c’è sempre qualche monte che non ti fa gustare il sole che lentamente tramonta lasciando comunque sempre un po’ di luce.
Così gasati che pensando di andare a letto presto, abbiamo fatto più tardi del solito e questa mattina invece di essere già in marcia alle 8.30, ci siamo svegliati proprio a quell’ora.
Docce del camping a Hellisandur comprese nel prezzo, ovviamente le sfruttiamo ci mancherebbe altro. Siamo nella parte più ad ovest della penisola di Snæfellsnes.
Fiordo, zona rocciosa alle spalle un bel complesso di bagni con una piccola zona comune al chiuso.
Ci è piaciuto molto!
Partiamo per il tour della penisola e nonostante lo studio costante della lonely e dei vari blog non credevamo che ci fossero così tanti punti interessanti da visitare.
Passando da scogliere di lava scure arriviamo a Skardsvik, una spiaggia dorata che al mattino baciata dal sole invoglierebbe ad un tuffetto, se non fossimo vicino al circolo polare artico e imbaccuccati come omini Michelin.
Una prima strada sterrata ci porta ad un faro arancione e alle scogliere di Svörtuloft popolate di uccelli marini.
Complice una giornata bellissima di sole, il panorama è ancora più bello!
Il Teo tenta la scalata del cratere di Saxhöll, manco fosse capanna Regina Margherita sul Monte Rosa, tornando indietro bello congelato, decisamente meglio stare lungo la costa.
Pit stop alla spiaggia di Djúpalón, spettacolare spiaggia nera, formazioni rocciose che hanno sempre un che di mitico/magico.
Ci sono pure 4 massi da sollevare per testare la forza degli aspiranti pescatori, sempre secondo qualche leggenda: il Teo lascia fare agli altri ragazzi rinunciando in partenza alla garetta dei 50 kg, “un po’ massa” e decisamente fuori allenamento!
A Malarrif, al centro visitatori, troviamo il primo souvenir che non sia di lana da poter aggiungere alla collezione: una casetta tipica islandese nera col tetto rosso! Passeggiamo al faro e ci divertiamo con una carrucola, nel mezzo del nulla ci sono un sacco di giochi per bambini.
Scampato il momento Giovi impacciata che non sa scendere dal piattello e continua a ridere, sarebbe servita una gru, riprendiamo il tour!
Ci aspetta una bella passeggiata di 30/40 minuti sul sentiero costiero che da Hellnar porta a Arnarstapi. Campo di lava, leggende di troll, ogni scorcio sarebbe da fotografare e al Primus Cafè fare pausa, baretto sul fiordo, ma ci aspettano altre tappe.
Passiamo dalla chiesetta di Búðakirkja, solitaria e super fotografata. Soletto e poco vento, tac ci sta la pausa pranzo.
Ormai siamo diventati dei super esperti campeggiatori/zingari.
Tavolino e sedie, panetto col ton e una goduria prendere il sole che quasi quasi ci starebbe uno sponsin.
Ripartiamo per la baia di Ytri Tunga, zona famosa per l’avvistamento delle foche.
Non pensavamo davvero di trovarle così a pochi metri, spaparanzate sugli scogli o a giocare dentro e fuori dall’acqua.
Incantati, siamo rimasti a goderci questo spettacolo unico in un ambiente così tranquillo e di pace seduti su qualche scoglio.
Tappa al market Bonus, dolcetti top di cioccolato con cuore di liquirizia da portare a casa, e ci rimane da decidere cosa fare.
Puntare alla capitale Reykjavik o tentare il tappone per fare anche il fiume di acqua calda di Reykjadalur e poi la capitale tutto domani di corsa?
La decisione è ardua, certo tutto non si riesce a fare e optiamo per un’ ultima serata al campeggio di Akranes con tramonto sul fiordo, domani niente corse (forse!) e visitiamo Reykjavik.
Andiamo a pagare e…incredibile ma vero incontriamo una coppia di ragazze viste 2 gg fa in un campeggio in tanta malora sulla costa di Strandir, praticamente le uniche due anime vive nei fiordi occidentali: saluto di circostanza, non c’eravamo considerati neanche là e via!
Ci piazziamo in un punto super panoramico, il tipo della reception è qui da 10 gg non sa neanche dove ci si può mettere e dove no quindi buona la prima: la vista è molto bella e possiamo anche mangiare fuori.
Ultime provviste, tramonto e camperino al “caldo” come se sta ben.
Ultima sera qui in questo meraviglioso paradiso di isola, in questo sogno diventato realtà.
Passeggiatina digestiva, tisana e dolcetto.
Sono già le 23.30..mi sa che il tramonto di mezzanotte ce lo becchiamo anche stasera! Top!
Rúsínan í pylsuendanum. – “L’uvetta alla fine della salsiccia”
E se con salsiccia oggi si intende quella impiegata per gli ormai famosi hot dog islandesi, nei secoli passati si parlava di quella preparata secondo una ricetta danese dove venivano messe delle uvette alle estremità dell’insaccato per renderlo ancora più gustoso.
Un modo di dire che descrive una sorpresa inaspettata che rende ancora più bello qualcosa di già bello.
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