Allora, ieri ci siamo svegliati all’alba perché ci avevano spostato il volo… domani ci si sveglia all’alba per tornare già a casa… oggi si può dormire di gusto?!? Ovvio che no! Perché ci aspetta la lunga escursione per visitare il campo di concentramento di Auschwitz Birkenau. In forse fino all’ultimo perché non si sapeva se c’era la guida italiana oppure no, ore 7 saliamo sul piccolo van davanti all’appartamento e si parte.
Giornata serena, un cielo super azzurro e tanta neve caduta in questi giorni. Ci gustiamo il bel paesaggio nel tragitto di circa un’ora e poco più.
Arrivati al campo riusciamo a saltare la lunga fila d’ingresso dei tanti tanti gruppi di turisti presenti come noi.
La visita comprende entrambi i campi. Partiamo da quello originario, Auschwitz I, passando dal cancello con la celebre scritta Arbeit macht frei per poi proseguire con l’ingresso nei diversi blocchi e prigioni che cercano di raccontare e minimamente far capire cosa accadeva e è accaduto in quei luoghi. Tanti turisti, tanti i gruppi di ragazzi, tante e diverse le lingue delle guide, ma anche poi tanto silenzio.
Ci spostiamo nell’altro campo di Birkenau, dove lo sguardo si perde nella sua incredibile maestosità: attorno a noi i resti di 300 baracche, ciascuna che poteva arrivare a imprigionare 800 e più persone. Totale del campo: 200 mila persone.
Lo percorriamo per la sua lunghezza fino al memoriale, dove sotto la neve vi sono tante lastre commemorative quante erano le diverse lingue presenti nel campo, e ciascuna riporta questa frase:
“Grido di disperazione ed ammonimento all’umanità sia per sempre questo luogo dove i nazisti uccisero circa un milione e mezzo di uomini, donne e bambini, principalmente ebrei, da vari paesi d’Europa”.
Auschwitz-Birkenau 1940-1945
Facciamo ritorno verso la città, cercando di pensare e riposare lungo il viaggio. Sono le 14, nella grande piazza scegliamo di mangiare ai mercatini: non si sa cosa ordiniamo sicuramente nulla di leggero e così genuino! E alla fine scopriamo nemmeno così a buon mercato!
Un vin brûlé e tutto va giù! Anche la compagnia di un signore meravigliato e attratto dai guanti manopola del Zano… o forse c’è sta a prova’!?!
Ultimi acquisti e negozietti tipici, e ci spostiamo verso il quartiere ebraico, che si chiama Kazimierz.
Ci addentriamo nelle viette e piccoli scorci che han fatto anche da scenografie per il film Schinder List. Come il giorno prima, ci sta una pausa rigenerante in un splendido caffè: si chiama Singer perché ogni tavolino in realtà è un tavolo da lavoro con una macchina da cucire Singer! Che chicca!!!
Si prosegue il giro attraversando il fiume Vistola, il più lungo della Polonia, arrivando al ghetto ebraico fino alla grande piazza dove gli ebrei vennero raccolti per poi essere deportati. C’è ora un’installazione di sedie a testimoniare questo fatto.
Torniamo nel quartiere ebraico, piazza Szeroka. Sinagoghe, piccoli giardini e poi il ristorante per stasera, Once Upon A Time | Chajim Kohan. Prenotiamo, si torna in appartamento per la pennica e poi ancora un po’ sgionfi si va a mangiare. Posticino bellissimo, sono gli interni di 4 negozietti ebraici: un alimentare, un sarto, un falegname e un oggettista. Con un piccolo gruppo musicale a far da sottofondo assaggiamo tante prelibatezze polacche.
Per digerire per bene ci spostiamo in un pub dove ci diamo dentro di vodke ad ogni gusto! Con il Teo che attacca bottone con un “polish man” leggermente ubriaco che però alla fine si fa offrire l’ennesima birra.
Il viaggio finisce qui, però Cracovia ci sei piaciuta, sei viva, sei storia, sei tante cose!
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