Quarta Feira: Aveiro

Nella mansarda dell’Hotel Das Salinas si starà anche stretti ma si dorme bene e a lungo! Sono passate da un bel po’ le 8 quando Manuel decide di farsi la doccia svegliando il resto del gruppo, ormai era ora di alzarsi!

Anche la colazione supera le aspettative rivelandosi ricca di pietanze dolci e salate di vario genere e con una super macchina per farsi la spremuta d’arancia sul momento della serie “all you can drink”!

Pronti quindi per affrontare la giornata ci dirigiamo alla spiaggia di Costa Nova, la spiaggia principale e storica de Aveiro, che rivaleggia con l’adiacente spiaggia da Barra famosa soprattutto per detenere il record del faro più alto del Portogallo.

A Costa Nova ci attendono le famose casette degli Anni Venti a righe colorate, che tanto desideravamo vedere e aldilà una infinita distesa di sabbia e di acqua sferzata dal vento che rende le onde di questa zona particolarmente spaventose! Impensabile immergersi qua dentro e non si vede nemmeno un surfista all’orizzonte!

Percorriamo la duna lungo la bellissima passerella in legno che costeggia l’intera lunghissima spiaggia, scegliamo un punto che fa una specie di insenatura che ci permette di ripararci un po’ dal vento.

Non disponendo di secchielli e palette con un po’ di immaginazione si è riusciti lo stesso a giocare sulla sabbia e così con qualche passeggiata e sgranocchiando panini e altri viveri portati da “casa”, la mattinata vola. Dulcis in fundo arriva il ragazzo della Bola de Berlim (alias il Krapfen!) tradizione tipica delle spiagge portoghesi un po’ come il nostro Coccobello! Naturalmente i portoghesi più pudici e meno caciaroni di noi italiani non si mettono ad urlare (che poi, con sto vento, ma chi li sentirebbe??) ed hanno un fantastico clacson che suona proprio come nei cartoni animati “popi-popi”… a noi fa un sacco ridere!

Decidiamo poi di fare una sosta in un caffè anche per ripararci dal vento, capitiamo in uno assurdo, assolutamente al di fuori dal tempo e dallo spazio, i cui gestori hanno più o meno l’età dei nostri genitori così come gli avventori, la pulizia non è il punto forte né lo stile ma questa gentilezza in qualsiasi altro bar fighetto di qualsiasi spiaggia non la trovi senz’altro! Con le hit lente degli anni Ottanta di sottofondo mangiamo gelati Menorquina, (marca spagnola sconosciuta che dovrebbe concorrere con l’Algida, perdendo ahimè miseramente il confronto) e ci godiamo la tregua dal vento!

A questo punto però la componente più giovane del gruppo espone al resto della comitiva il suo punto di vista esattamente nel linguaggio che si utilizza a due anni: pianti, urla e capricci di ogni genere per la troppa stanchezza!

Torniamo alla macchina pensando di farla dormire nel seggiolino mentre facciamo un giro lungo la costa e la Praia da Barra per vederla almeno dal finestrino dell’auto. Purtroppo il nostro piano però viene sabotato da una tosse malefica e inspiegabile che tutto d’un tratto perseguita la piccoletta non facendola dormire e facendola disperare ancora di più.

Non ci resta che tornare in hotel, i ragazzi si guarderanno un film mentre noi riposiamo e facciamo dormire un po’ la Rosa: le intenzioni almeno erano queste, il risultato invece è stato che Manuel si è addormentato come uno che muore sul colpo, la Rosa ha proseguito coi capricci in un loop di stanchezza sempre più ingestibile e quindi si è di nuovo dovuti cambiare piano!!

Ci vuole calma e sangue freddo, diceva anche una canzone..a viaggiare on the road in 5 con una, per quanto brava e simpatica, pur sempre bambina di due anni, sì, ce ne vuole una quintalata!

Docciati e cambiati scendiamo e decidiamo di esplorare il centro di Aveiro con Rosa in passeggino che si addormenta all’istante.

Inizialmente andiamo alla ricerca della Sé (la cattedrale) indicata come uno dei monumenti da vedere in città.. l’abbiamo trovata chiusa per restauri probabilmente alla facciata e sinceramente non ci è sembrata niente di che. Torniamo in altre zone più carine ammirando le case Art Nouveau, la calçada portuguesa (il tipico pavimento delle strade a cubetti bianchi e neri) a tema marinaresco, i canali e i tanti negozietti dove Elenuccia e Giovi: mamma mia se c’erevate qua voi!!

Visitata anche la piazza del mercato del pesce, fatto un po’ di shopping a Casa da Rosa (come potevamo non entrare?) ci prendiamo una pausa in un giardino vicino al canale dove c’è un parco giochi ed un baretto con plateatico proprio accanto ai bambini che giocano, perfetto per una bella birretta fresca mentre i bambini si divertono!

Finita la pausa facciamo un nuovo tentativo per salire su un moliceiro: l’imbarcazione che a noi veneti ricorda molto la gondola, utilizzata in passato per la raccolta delle alghe ed ora, come tutte queste cose, come i bragozzi di Chioggia, usata per accompagnare i tanti turisti lungo i canali di questa bellissima città.

Fortuna vuole che ci siano gli ultimi posti su una barca in procinto di partire: saliamo al volo e ci godiamo il giretto in compagnia della guida João e del fido António che guida la barca e lo spalleggia nelle varie gag e battute che accompagnano la spiegazione.

Grazie a questo giro riusciamo ad esplorare anche una parte della città che a piedi non avevamo ancora visto e scendiamo così dalla barca con un sacco di nozioni in più e e pieni di belle immagini negli occhi.

Saremmo già in ritardo per la cena che abbiamo prenotato nello stesso ristorante della sera prima, una sistemata al volo in hotel e andiamo.

Antipasti di polpo alla griglia e pasteis de bacalhau da leccarsi i baffi e poi di nuovo bistecche e pesce a seconda dei gusti.

Sono passate da poco le 21, la città illuminata e con tramonto che fa da sfondo è ancora più affascinante e vorremmo fare un ultimo giretto. Il vento e la temperatura davvero troppo bassa però ci fanno desistere. Torniamo su alla mansarda tra le risate per il bizzarro mini ascensore che va più lento di chi sale dalle scale. Ci prepariamo per la notte e, neanche a dirlo, Manuel è il primo a crollare!

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