Primo jorno: destinazione Viterbo con tappa ad Arezzo.. forse!

Che fosse un giorno di movimento per strada lo avevamo immaginato, ma che si rivelasse una giornata da bollino nero delle peggiori proprio no.

Ancora ignari di quello che ci sarebbe capitato ci mettiamo in macchina che ormai sono già le 14 passate, con l’intento di arrivare ad Arezzo verso le 17.30 (così ci aveva promesso il navigatore). Il programma era arrivare a “casa Vanessa”, lasciare armi e bagagli, fare un giretto per il centro con aperitivo e cena a seguire. Niente male.

Peccato che già prima di Campogalliano restiamo quasi completamente fermi, il traffico scorre lento che di più non si può a causa di una corsia mancante per lavori in corso. Aggiornamento del navigatore: ora di arrivo prevista 18.

Superato il primo blocco ecco che subito ne arriva un altro. Questa volta si tratta di un incidente e siamo completamente fermi. Dopo tre ore di viaggio siamo a malapena a Bologna. Che agonia!!

Nemmeno il tempo di tirare un po’ il fiato che ecco un’altro incidente a Firenze. I cartelli dell’autostrada avvisano di 2km di coda, ma in un batter d’occhio aumentano in modo esponenziale tanto che il nostro orario di arrivo viene ritardato di altre due ore e mezza!! Un vero incubo!!!!

Cerchiamo sul navigatore il primo autogrill (dato che purtroppo non c’erano uscite dall’autostrada nei paraggi): fortunatamente ce n’era uno a 4km anche se, dato il traffico completamente fermo, ci volevano lo stesso 40 minuti per raggiungerlo! Ormai erano già le 19.30 e tutti noi iniziavamo a non poterne proprio più. Una volta superato il cartello che indicava l’autogrill, quando mancava ancora 1km e mezzo abbiamo infilato la corsia di destra e via.. almeno 20 minuti risparmiati e così siamo potuti scendere dalla macchina!

Cena al ristorante dell’autogrill con vista panoramica sul traffico fermo. Ristorati dalla pausa ed incalzati dalle proprietarie dell’appartamento che avevano preso impegni per la serata, ci rimettiamo in viaggio.. miracolosamente il navigatore mette 45 minuti all’arrivo ad Arezzo. Il traffico è ancora molto inteso, ma fortunatamente non ci sono altri intoppi tranne uno: l’aver dimenticato un farmaco indispensabile a Verona. Manuel così ci lascia all’appartamento in centro e vola alla farmacia di turno a prenderlo.

Intanto noi prendiamo confidenza con la casa, che sarebbe anche stata molto carina: due grandi stanze matrimoniali, una grande cucina, un mega terrazzo..

Stanchi morti ci buttiamo a letto e ci lasciamo alle spalle la giornata.

Rinfrancati dalla dormita, facciamo colazione nella cucina dell’appartamento che lasciamo puntuali alle 10.

Ed eccoci di nuovo in macchina con destinazione Bomarzo, distante da Arezzo 1 ora e mezza.

Il viaggio fila liscio, e per le 11.30 siamo arrivati alla nostra destinazione: il Bosco Sacro conosciuto anche come giardino dei mostri di Bomarzo.

Previdenti, abbiamo già acquistato i biglietti online e così nessuna fila per noi: oggi ce n’è di gente che ha deciso di visitare il parco!

Incuranti delle proteste dei bambini che si sarebbero subito fermati all’area pic-nic, procediamo alla visita di questo parco del Cinquecento le cui rocce sono state scolpite con facce di mostri, figure mitologiche, animalesche o geometriche.

Completata la visita del parco, visitata e fotografata anche la famigerata caverna a forma di bocca di mostro per la quale è stata necessaria una fila di una mezz’oretta, è davvero arrivato il momento del pranzo e ci accomodiamo nella bella area pic-nic con tavoli e barbecue a disposizione, dove mangiamo i panini preparati da Manuel nella casa di Arezzo, gli ovetti sodi portati da Verona e dolcetti vari. Finito di mangiare tutti al parco giochi che però è uno strato di melma per cui restiamo il minimo indispensabile ad evitare una rivolta dei bambini e poi ce ne andiamo a Viterbo. Federica della casa di Volta Buia ci fa sapere che l’appartamento è pronto e possiamo andare quando vogliamo.

Ci mettiamo in auto e in men che non si dica siamo a Viterbo. Ed ecco che la prima tappa di questo viaggio nel tempo è la casa dello studente che ha ospitato Manuel meglio non dire quanti anni fa!! A quanto pare niente è cambiato e pure Davide, che stava in reception ai suoi tempi, ci lavora ancora solo che purtroppo non quando siamo arrivati noi e così si sono potuti solo salutare al telefono.

In breve tempo arriviamo al nostro appartamento che è in pieno centro, in via della Volta Buia: un nome che è tutto un programma!!!

I bambini adorano la nuova casa provvisoria..noi..ehm.. vabbè saranno solo due notti!

Lasciamo al volo i bagagli e usciamo subito ad esplorare la città sempre ripercorrendo la via dei ricordi.

La prima tappa è San Sisto che oltre ad ospitare una chiesa è anche centro universitario con mensa, dormitorio e soprattutto campetto da calcetto.. ah se quest’erba sintetica potesse parlare!! Quante e quante ore ha passato Manuel qui? Del resto cibo e calcio sono per lui due elementi fondamentali ed irrinunciabili!

Ci dirigiamo ora in Piazza del Plebiscito dove il meraviglioso Palazzo dei Priori è stranamente aperto e ci permette uno scorcio sulla città al tramonto davvero suggestivo.

A questo punto raggiungiamo la piazza San Lorenzo: uno scrigno contenente tesori preziosi come il Duomo e il Palazzo dei Papi ed un panorama mozzafiato.

Il sole è ormai tramontato.

Facciamo una scappata a casa a sistemarci un po’ per la cena: si cenerà al Monastero, mitica pizzeria di cui Manuel ci ha raccontato per anni, e ora finalmente ci andremo tutti!!!

Questo lo credevamo noi, invece al Monastero non accettano prenotazioni, aprono alle 19 ma misteriosamente alle 18.55 il locale è già pieno e devi metterti in coda per cenare dopo le 20.

Addio Monastero, ti abbiamo amato ancor prima di conoscerti e ora ti odiamo e ti tradiamo con la pizzeria Vecchia Napoli.

Finisce così la prima giornata a Viterbo, ora alla Volta Buia, che non ha né tapparelle né scuri e con la luce che vien da fuori è illuminata a giorno. Vabbè, sono solo due notti.

Comincia la discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.